Fullerton, California. 1938.
Un ex contabile ventinovenne decide di tornare nella sua terra natia assieme alla moglie dopo aver perso lavoro.
Essendo appassionato di elettronica dall’età di 13 anni decide di aprire la sua azienda di riparazione di dispositivi radiofonici.
Nasce così la ‘Fender Radio Service’, fondata dall’omonimo Clarence Leonidas ‘Leo’ Fender.
Ben presto musicisti e band iniziarono ad andare regolarmente da lui per farsi costruire sistemi di altoparlanti o di amplificazione di strumenti che iniziavano ad andare nella scena musicale californiana, come chitarre acustiche amplificate o lap steel.
Da Archtop a Solid body
Durante la seconda guerra mondiale Leo conobbe Clayton Orr ‘Doc’ Kaufmann, ex impiegato della Rickenbacker, inventore del ponte ‘Vibrola’ (precursore dell’odierno ponte vibrato) e lo convinse a lavorare insieme, fondando la ‘K&F Manufactoring Corporation’, specializzata in realizzazione e vendita di lap steel.
Nel 1944 Leo e Doc brevettarono una lap steel con pickup e nel 1945 iniziarono a venderla in kit con un amplificatore progettato da Fender.
Con la fine della Seconda Guerra Mondiale l’era delle big band cessò e presero piede generi quali boogie-woogie, rythm and blues, western swing e honky-tonk e, con l’entrata in voga delle sale da ballo e delle roadhouse, i musicisti iniziavano a sentire il bisogno di strumenti più potenti, resistenti, comodi, meno costosi e più affidabili nella tenuta dell’accordatura delle Archtop che utilizzavano fino a quel momento.
Fender riconobbe il potenziale di ciò e nel 1949 finì il prototipo di una sottile chitarra a corpo pieno (da qui, solid body).
Fu così che, nel 1950, venne rilasciata la Fender Esquire (con un solo pickup) o Broadcaster (con due pickup, rinominata in Telecaster l’anno successivo), prima chitarra solid body ad essere prodotta in serie.
Alcuni anni dopo, sfruttando i feedback dei propri clienti, Leo Fender decise di costruire una nuova chitarra da vendere in parallelo alla suddetta Telecaster, lasciando dunque inalterata quest’ultima.
Fu Bill Carson, chitarrista swing, a suggerire che la nuova chitarra dovesse avere sellette individualmente regolabili al ponte, quattro o cinque pickup, un’unità vibrato utilizzabile in entrambe le direzioni ed un corpo sagomato per aumentare la comodità nell’utilizzo.
Nel 1953 Leo, aiutato dal disegnatore Freddie Tavares, iniziò a lavorare a questa chitarra aggiungendo un manico più tondeggiante, una forma a coda di rondine per favorire il raggiungimento dei registri più acuti e tre pickup, due dei quali potevano essere modificati nella pasta sonora regolando le manopole del Tono.
Nacque così l’iconica Fender Stratocaster.
Non solo chitarre
Ovviamente i problemi riscontrati dai chitarristi riguardanti comodità e volumi erano posti in essere anche dai bassisti.
Anzi, se i chitarristi utilizzavano le chitarre Archtop, la parte ritmica era ancora monopolio dei contrabassi, enormi e difficili da trasportare.
Per questo motivo, rifacendosi alle caratteristiche delle chitarre da lui prodotte, nel 1951 Leo Fender rilasciò il Precision Bass (detto anche P-Bass), solid-body piccolo e portatile con quattro magneti che permettevano di suonare ad alti volumi senza feedback.
Assieme ad esso venne rilasciato anche un amplificatore apposito, il Fender Bassman, dotato di 25 watt ed uno speaker da 15 pollici.
Nel 1960, invece, uscì una versione aggiornata del Precision, dotata di un manico più sottile, un corpo asimmetrico e due pickup single coil, chiamata Jazz Bass (o J-Bass).
Come il suo predecessore anche questo basso diventò in brevissimo tempo un successo commerciale, e la sua fama, assieme a tutti gli altri prodotti Fender, perdura fino ad oggi.